Er terno

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,
dove stava in campagna in un casino;
je sigillò la bocca còr cuscino,
e j’ammollò ‘na cortellata in petto.
 
Dunque, ferita all’undici; ce metto
uno, er giorno; quarantatré, assassino:
vado giù da Venanzio er botteghino
ar Popolo e ce butto un pavoletto.
 
A l’estrazione, sabeto passato,
ce viè’ l’ambo; ma invece de ferita
m’esce settantadue mortoammazzato.
 
Ma guarda tante vorte er Padreterno
come dà la fortuna ne la vita!
Si l’ammazzava ce pijavo er terno.
 
 
 
Pascarella
 
 

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