CONCORSO "PRIMAVERA... AR GIORNO D'OGGI" 2013

Sabato 8 giugno, i vincitori del concorso sono stati premiati: la solita "festa delle poesia" che ci vede protagonisti quando si parla di dialetto, e non solo...
Pubblichiamo di seguito le poesie premiate.
Si tratta di composizioni che hanno prevalso sulle altre per una questione di voti: la qualità media è stata veramente eccellente. Le composizioni selezionate per la finale erano tutte di ottimo livello.
Come al solito la musica di Giancarlo Damilano e la voce di Luisa "Anima Romana" sono state la colonna sonora dell'avvenimento.
Alla prossima!

Prima classificata:

PRIMAVERA 2013

Un zogno e ‘na valiggia de cartone,
lo spago attorno che areggeva er monno:
sperelle d’oro, er cèlo su lo sfonno,
la brezza in fra li rami de un limone.

La primavera, forze, è un’illusione?
Cent’anni doppo, un vento furibbonno
sconquassa‘sto paese. È a lo sprofonno,
è ‘na barchetta che nun cià er timone.

C’è ‘na generazzione abbandonata
in un deserto attorno a un foco spento.
‘Sta primavera è povera e svotata.

Cor còre in mano, guarda un fallimento:
la gioventù che parte, sconzolata,
co la valiggia piena de talento.

PAOLA VOLPI

MOTIVAZIONE PRIMA CLASSIFICATA “PRIMAVERA 2013”

L’autore ha ottimamente interpretato il tema del concorso: la “Primavera… ar giorno d’oggi”, somiglia a una, tante, troppe primavere.
A primavere di cento anni fa, di sessant’anni fa, a quella dell’anno scorso.
Una composizione estremamente precisa e puntuale nella sua costruzione, con le quattro “ripartizioni canoniche” che ogni composizione dovrebbe avere: introduzione, descrizione, sintesi e conclusione.
Versi metricamente e musicalmente perfetti. Parole ricercate, soppesate, utilizzate in maniera eccellente.
Ma è il contenuto poetico che pervade ogni frase, rendendo questo sonetto un “messaggio poetico” che ognuno è in grado di comprendere, condividere, gustare.
Lo scopo dell’arte è proprio questo: arrivare al cuore ed al cervello della gente. La gente qualunque, non soltanto gli addetti ai lavori.
Un’arte “fruibile” è un’arte vera perché utile.
Questa poesia è l’esempio di come si possa scrivere versi con tecnica e sensibilità, con cuore e cervello, ma anche con la consapevolezza, l’amarezza, la rabbia, la tristezza per un paese che nessuna poesia riuscirà a far risalire dal baratro in cui si è gettato con incoscienza e protervia.
La “…generazione abbandonata in un deserto, attorno a un foco spento…” ha il futuro segnato.
Su questo futuro un vero poeta ha costruito una vera poesia.

Seconda classificata:

MIA

Oggi, senza volello, ce penzavo:
da un anno nun te vedo e nun te sento.
Estate, autunno e inverno… a còre spento.
Dicevo: “Mo me passa!” Me sbajavo.

Nun sò riuscito a dìllo, che t’amavo.
Forze nun ho trovato mai er momento…
Nun je l’ho fatta. E mo sto ner tormento
de chiedeme: “Chissà?...si me buttavo…”

Mentre pe tutto er monno è primavera,
io vivo chiuso dentro a la follia.
Nun esco, e aspetto solo che viè sera

pe rintanamme ne la fantasia
che nun sei de nisuno, ne la spera
che, da domani, te, diventi mia.

PAOLO BUZZACCONI

MOTIVAZIONE SECONDA CLASSIFICATA “MIA”

Una poesia d’amore, ma non i soliti versi piagnoni e autocommiseranti.
La primavera non fa altro che acuire il sentimento tormentato del poeta.
L’uso del dialetto fa in modo che pensieri ed emozioni “escano” dal sonetto per andare dritti al cuore del lettore, con tutta la loro immediatezza.
Metrica e versi eccellenti, costruzione precisa e scorrevole, parole ricercate ed appropriate, musicalità gradevolissima.
Tutti gli ingredienti per fare un sonetto piacevolissimo, sono presenti in questa composizione.
Un’altra dimostrazione di bravura di un poeta che ci ha abituato a ottime cose.

Terza classificata:

ER CAMBIO DE STAGGIONE

Pe ‘sta staggione m’ero preparato
a ‘na ventata d’aria e de colori
novi, sgargianti… e de annasà l’odori
de libbertà e giustizzia, in de ‘sto Stato.

Penzavo che… l’autunno se n’è annato:
la primavera porterà li fiori,
farà passà la rabbia e li dolori…
ch’er griggio se sarebbe scancellato…

E sotto un cèlo azzuro o tricolore,
la gente unita p’affrontà li guai…
pronta a guardasse in faccia e a mette er còre.

Se sfragne un sogno. E mo, co ‘sto governo,
la primavera nun ariva mai:
er cèlo è tutto nero… e pare inverno!

ALESSANDRO VALENTINI

MOTIVAZIONE TERZA CLASSIFICATA “ER CAMBIO DE STAGGIONE”

La primavera, non è di questo Paese!
Una poesia costruita con grande impulso poetico, esperienza e controllo; scorrevole e fruibile; con versi metricamente perfetti e musicali.
I concetti, diventano i pensieri di tutti gli italiani. Le emozioni provocate con sapienza stilistica, ci coinvolgono e provocano sentimenti che vengono condivisi e fatti propri dal lettore fino alla conclusione tragicamente pessimista.
Un sonetto di “cuore e cervello”, dove l’impegno sociale auspicato e descritto con pennellate di parole che fanno sognare, è drammaticamente sconfitto dalla realtà.
Il “sogno franto” non è solo del poeta, ma di chiunque si renda conto di quanto ci possa essere di falso e bugiardo nelle promesse fatte agli elettori.
La poesia quasi sognante che si percepisce nei primi versi, lascia il posto alla poetica della verità, fino ad arrivare ad una conclusione che paragona il governo alla più fredda e spiacevole delle stagioni: la primavera si allontana e chissà quando e se arriverà!
Un sonetto da leggere, rileggere e poi rileggere ancora, fino alla prossima primavera: quella vera. Per il poeta e per tutti gli italiani.

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